filosofia preventiva del cyberbullismo
Filosofia preventiva del cyberbullismo



Il cyberbullismo è questione morale.


In molti sostengono che gli autori di fatti di cyberbullismo non siano consapevoli del danno e della sofferenza che provocano alla vittima per mancanza di empatia. Pertanto non sarebbero in grado di prevedere le conseguenze del loro gesto. Probabilmente è così. Tuttavia, anche il punto di vista contrario è pienamente legittimo in filosofia e come tale merita di essere preso in considerazione nelle circostanze in cui il rischio di accadimento di episodi di cyberbullismo non è escluso.

Ovvero che gli autori sanno quello che stanno facendo e che il comportamento molesto è perseguito per ottenere un vantaggio utilitaristico. In termini di potere, per esempio, o più banalmente per trarne divertimento.

Il cyberbullismo è pertinente alla filosofia.


La sua comprensione, la riparazione dei suoi argini, il suo venir meno coinvolgono l’interrogazione di temi universalmente trattati dal pensiero filosofico, fondamentali tanto per l’uomo e la sua educazione alla vita, quanto per la formazione sociale e culturale delle comunità. Ambiti di riflessione quali:

la differenza fra “bene e male”, il rapporto fra etica, libertà e ragione, la nozione stessa di libertà (positiva o negativa), il senso del limite, il principio di responsabilità, il giustificazionismo, il concetto di valore morale delle azioni, la volontà, il significato di ‘consenso’ e di comportamento consensuale, i diritti della personalità, la giustizia nella sua connessione con la ‘pena’ (una linea di approfondimento che assume importanza maggiore dopo l’emanazione della legge 71/2017) sono solo alcuni esempi di aree argomentative profondamente tracciate dalla filosofia antica e contemporanea, che possono trasformarsi in percorsi di dialogo altrettanto efficaci e proficui, se non liberatori, per le giovani generazioni.

L’atelier può concretarsi nella forma della filosofia del ‘qui e ora’, nel caso in cui il laboratorio si costituisca nella contingenza di fatti di cyberbullismo emergenti o urgenti, oppure rappresentarsi in chiave di filosofia preventiva, qualora il cyberbullismo abbia carattere percepito di latenza.


“Ciò che è in questione, anche nelle scelte minori, è quale specie di ‘io’ si stia formando e quale genere di mondo si stia costruendo”

John Dewey



Il mio metodo di lavoro prevede la progettazione del percorso, l’indicazione di eventuali supporti selezionati per sollecitare la riflessione e il dialogo, quali film, corti di animazione, poesie, stralci di racconti, canzoni e altre produzioni, la conduzione del laboratorio in qualità di teacher facilitatore.

A titolo di esempio cito l’atelier di filosofia preventiva del cyberbullismo progettato per le scuole primarie e secondarie in preparazione della giornata internazionale sui diritti dell’infanzia del 20 novembre, avviato a partire dall’analisi dell’art.13 della Convenzione ONU del 1989, che afferma il diritto dei minori alla libertà di espressione, ma che al contempo enuncia i limiti connessi all’esercizio di tale diritto. La norma è stata tematizzata in modo differenziato, sia in rapporto all’età dei destinatari, sia nella scelta dei materiali utilizzati come ‘pungolo’ della riflessione. Film e spot pubblicitari nelle scuole primarie; lettura di passi estratti dalle opere delle filosofe Jeanne Hersch e Hannah Arendt, che sulla questione dei diritti umani hanno assunto posizioni diverse, anche contrastanti, nelle scuole secondarie.

I laboratori di filosofia sul cyberbullismo sono progettati ogni volta in modo peculiare e originale, in funzione dei temi individuati quali oggetto di confronto e degli obiettivi raggiungibili. Il numero degli incontri viene stabilito di comune accordo con gli enti richiedenti la costituzione del laboratorio.

Vilma Mazza | Pratiche filosofiche