Filosofia per le organizzazioni
Filosofia per le organizzazioni



“Se chiudete la porta a tutti gli errori, anche la verità resterà fuori”

Rabindranath Tagore

Già da tempo grandi aziende e multinazionali individuano nella filosofia la via più adeguata a favorire il cambiamento in ragione delle caratteristiche che le sono proprie all’origine. Prime fra tutte la capacità di pensare, di strutturare i concetti,  di supportare le idee nuove con buone ragioni,  di porre le domande adatte a indagare i problemi, cioè formulate in modo da tracciare la linea tematica e direzionale lungo la quale innestare il confronto dialogico.

Il dialogo, in filosofia, non è comunicazione o mero ascolto partecipativo. E’ il luogo dove prendono forma l’interrogazione, l’argomentazione e la sua interpretazione di senso. E’ il luogo dove ci si adopera per condurre la ricerca della soluzione e per correggere laddove la discussione non sia produttiva ai fini della risposta.  

La filosofia, però, non è solo questione di metodo. E’ interpello. Anche quando si pongono problemi che coinvolgono in via prioritaria parametri gestionali, il profilo delle questioni non è mai solo tecnico e le questioni stesse non si risolvono se non si è in grado di interagire con la complessità di cui sono intessute. Posti di fronte al compito di individuare o sciogliere i nodi problematici, il management e gli operatori delle organizzazioni dovrebbero avere l’opportunità di interrogarsi, confrontandosi con un orizzonte più ampio ma allo stesso tempo appartenente. Domandandosi, per esempio, cosa è possibile conoscere, cosa è sostenibile dal punto di vista etico o morale, come agire, quali sono i valori dell’agire, quale concreto significato assume la parola ‘responsabilità’ nelle realtà complesse. 


L’approccio filosofico tonalizza dimensioni che solitamente rimangono nell’ombra, ma che si rivelano di importanza cruciale per il superamento dei problemi all’interno delle organizzazioni. Temi come la giustizia, la cui percezione di mancanza è motivo di malessere, il recupero del senso del proprio lavoro, il riconoscimento del sé professionale,  l’alterità in ambienti multiculturali, il rapporto con i saperi scientifici e specialistici  che possono indulgere nel sentimento di inadeguatezza sono di pertinenza filosofica e fondamentali per sostenere l’impegno lavorativo in continuità.  

La pratica riflessiva aiuta la formazione di competenze personali  ‘per il futuro’  e allo stesso tempo supporta l’organizzazione nella costruzione di un modo  differente di affrontare le questioni che la riguardano. Più aperto, completo e strategico, capace anche di prevenire se i temi su cui riflettere riguardano le risorse umane e il benessere organizzativo. 
I processi che portano all’individuazione dei quesiti, che se corrisposti aiutano il superamento dei problemi, afferiscono contemporaneamente alla conoscenza di sé, alla conoscenza dell’ambiente-mondo nel quale si è verificata l’insorgenza di determinate difficoltà, al levare dalle consuetudini il valore di cui è portatrice l’esperienza professionale e lavorativa. Una strada, quella del pensiero critico e della ricerca dell’equilibrio degli opposti in sistemi spesso conflittuali, che la filosofia percorre da millenni.

Per aziende, istituti scolastici, ospedali, associazioni di volontariato, partiti e movimenti politici, enti pubblici e privati.

Il percorso formativo è ritagliato in forma singolare e peculiare ai bisogni specifici del contesto di riferimento.

Si svolge attraverso apposite sessioni, per esempio integrando la metodologia della Philosophy for Community con il  Dialogo socratico, oppure costruendo percorsi originali orientati filosoficamente.

Vilma Mazza | Pratiche filosofiche